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Due folgoranti saggi di Hannah Arendt, oggi più attuali che mai


Hannah Arendt
Rivoluzione e libertà )

Hannah Arendt
Rivoluzione e libertà

In questo breve saggio Hannah Arendt affronta il tema dell’esigenza di liberazione da parte della popolazione oppressa da una condizione di oggettiva miseria materiale e invisibilità sociale; esigenza che sta alla base dei fenomeni collettivi che hanno prodotto due eventi storici di vasta portata: la Rivoluzione Americana e la Rivoluzione Francese. Nelle intenzioni dei rivoluzionari Arendt riconosce anzitutto l’obiettivo di ottenere una libertà intesa come libera partecipazione civile alla vita politica della collettività. Mentre il caso della Rivoluzione Americana risulta avvantaggiato dalla condizione di isolamento e dalla composizione sociale in cui è presente il fattore sociale ancora invisibile degli schiavi d’America, nella Rivoluzione Francese, Arendt riconosce una rivoluzione già fallita in partenza che infatti ben presto degenererà nella guerra e in seguito nella Restaurazione. Il tema della conquista della libertà accompagna quindi l’Autrice in un’ampia lettura storico-sociale sul tema dei presupposti, della natura e delle funzioni e dei limiti delle Rivoluzioni nella Storia Moderna e Contemporanea.

Hannah Arendt
Noi rifugiati (1943)
/ traduzione di Piero Budinich, ACQUISTA ON-LINE

"La contemporaneità ha creato un nuovo genere di persone: uomini che sono stati mandati nei campi di concentramento dai loro nemici e persone che sono state messe nei campi di internamento dai loro amici"


Hannah Arendt, (Hannover 1906 - New York 1975) Dopo essersi laureata in filosofia a Marburg con il filosofo Martin Heidegger, ottenne il dottorato a Heidelberg nel 1929 sotto la tutela di Karl Jaspers. Nel 1933 emigrò a Parigi dove conobbe Walter Benjamin; nel 1937, a causa delle leggi razziali naziste, le venne tolta la cittadinanza tedesca; successivamente, nel 1941, riparò negli Stati Uniti insieme al marito; lì restò apolide per dieci anni e si mantenne collaborando a vari giornali e insegnando fino al 1951, quando le fu riconosciuta la cittadinanza americana; Tra il 1960 e il 1962 seguì le udienze del processo ad Adolf Eichmann in Israele, esperienza da cui trasse spunto per scrivere la raccolta di articoli poi raccolti in un volume intitolato.La banalità del male.Insegnò all’Università di Chicago e successivamente alla New School of Social Research di New York, città dove morì nel 1975.


Scarica gratuitamente la traduzione di noi rifugiati

Hannah Arendt
Rivoluzione e libertà
/ traduzione di Piero Budinich, ACQUISTA ON-LINE

Le riflessioni di una delle menti più lucide del Novecento sull'esigenza di libertà che innesca le rivoluzioni


Hannah Arendt, (Hannover 1906 - New York 1975) politologa, filosofa e storica tedesca, è stata una delle menti più lucide del XX secolo. Era nata a Hannover nel 1906, da una famiglia di origini ebraiche; Dopo essersi laureata in filosofia a Marburg con il filosofo Martin Heidegger, ottenne il dottorato a Heidelberg nel 1929 sotto la tutela di Karl Jaspers. Nel 1933 emigrò a Parigi dove conobbe Walter Benjamin; nel 1937, a causa delle leggi razziali naziste, le venne tolta la cittadinanza tedesca; successivamente, nel 1941, riparò negli Stati Uniti insieme al marito; lì restò apolide per dieci anni e si mantenne collaborando a vari giornali e insegnando fino al 1951, quando le fu riconosciuta la cittadinanza americana.


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Gli altri titoli della collana Beit Filosofia (in preparazione) Julian Baggini, Una breve storia della verità

 

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